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Il movimento

Le parole Vita Indipendente, che traducono l’inglese Independent Living, cioè modo di vivere indipendente, non sono usate in questo contesto nel loro significato etimologico generico, ma con un riferimento preciso e definito. Una delle persone più significative di Vita Indipendente , Adolf Ratzka ne da questa definizione: “Vita Indipendente  è una filosofia e un movimento di persone con disabilità che opera per raggiungere pari opportunità, rispetto di sé stesse e autodeterminazione.”

Un movimento di persone disabili, persone che chiedono parità nelle opportunità e nelle possibilità della vita, persone che chiedono di non essere trattate come cittadini di serie B o degli incapaci soltanto perché non si possono muovere, persone che vogliono essere persone anche se necessitano continuamente di aiuti. Tutti noi sappiamo che cosa comporta quotidianamente una disabilità fisica grave, e quanto è ulteriormente aggravata dalle situazioni esterne. Io mi stupisco per l’incapacità che certe persone non disabili hanno quando progettano inutili gradini, difficoltà insormontabili là dove non ce ne sarebbe bisogno, per i muri di gomma, per la disattenzione e per l’omertà nei confronti di certi problemi. Il percepirci come una realtà a parte è una cultura ancora molto radicata. Invece di pensare che siamo degli U.F.O. perché non si prova a rendere la nostra vita più facile. Noi chiediamo  di essere persone, dei soggetti, non  oggetti dei quali ci si prende cura, tradizionalmente considerati passivi proprio perché dipendenti, sui quali si esercita per forza di cose un continuo controllo, e a cui è permesso accedere solo in parte a posti e situazioni. Oltre alle limitazioni e alle dipendenze che ci crea la nostra disabilità non ne vorremmo avere altre imposte da realtà e circostanze che si possono modificare, come l’atteggiamento mentale o l’universo architettonico da cui siamo esclusi. Come tutte le persone disabili che propongono Vita Indipendente  noi  vogliamo solo che le nostre scelte di vita siano possibili, siamo contrari agli istituti, alla segregazione domestica, alla famiglia come unico sostegno, alla discriminazione, alla faciloneria e alla compassione; vogliamo che si considerino le nostre difficoltà e i nostri sentimenti, come si dovrebbe fare nei confronti di tutti. Indipendenza significa poter scegliere cosa fare nella propria vita, nel quotidiano, nelle piccole cose, come fanno ovviamente le persone senza disabilità. Per raggiungere  tutto questo si propone informazione, si propone il raggiungimento attraverso servizi giusti e barriere abbattute della parità dei diritti umani e civili. Si propone considerazione verso le nostre vite e le nostre potenzialità e Assistenza Personale per renderle possibili.

Elisabetta Gasparini, assemblea UILDM, Lignano, 2000